Parco Archeologico
 
 

Area archeologica che comprende: il porto, fatto costruire dall'imperatore Nerone, con una superficie di 34 ettari e di cui restano visibili i due moli, e l'area dei magazzini portuali (conosciuti come Grotte di Nerone) alla base del molo di ponente, la Villa imperiale che si estende su un fronte di 800 metri a picco sul mare. Il primo nucleo della costruzione risale all'età repubblicana (II sec. a.C.) con successivi ampiamenti ed arricchimenti nelle successive età augustea, giulio-claudia, adrianea e severiana. Vi si possono vedere i resti di murature d'ambiente, di pavimentazioni a mosaico, dell'impianto di riscaldamento del "Calidarium" delle annesse terme ed un criptoportico conosciuto come "Biblioteca di Domiziano". La villa ospitò tutti gli imperatori da Augusto ai Severi e fu particolarmente cara allo stesso Augusto, a Nerone che vi nacque, ad Adriano che la descrisse come uno dei luoghi più belli d'Italia. Dalle sue rovine ci sono giunte sculture note in tutto il mondo: "La Fanciulla d'Anzio", "L'Apollo del Belvedere", "Il Gladiatore Borghese". Nell'area della villa era compreso il Tempio della Fortuna anziatina, luogo di culto fra i maggiori del mondo antico fin dall'età protostoica e cantato dal poeta latino Orazio:" O Diva gratum quae regis Antium". (Carm. I - 35,1).

Descrizione Parco Archeologico:

L'area interessata dall'intervento di restauro, fruibile da parte di visitatori con visite
guidate,è costituita, a livello stradale, da una serie di reperti archeologici comprendenti
la Villa vera e propria, una zona piana, dove hanno avuto luogo gli interventi strutturali
e la "Biblioteca" recentemente restaurata, da dove provengono dei pregevoli affreschi, attualmente restaurati, che verranno esposti nel Museo Archeologico della città. Suggestiva è la vista d'assieme delle "murate antiche" che dal livello stradale scendono
fino alla spiaggia sottostante per circa 15 metri di altezza.Fermo restando l'impellente necessità di un consolidamento e protezione a mare (i lavori sono già in atto) di tutta la zona archeologica, il parco è stato opportunamente delimitato al fine di permettere l'accesso alle sole zone ritenute sicure.L'intervento di arredo e riuso dell'antica residenza imperiale prende spunto a livello planimetrico della lettura dei ruderi rimasti che evidenziano una struttura muraria di tipo circolare.Infatti, partendo da un centro ideale posto sull'asse dell'antico Arco muto, ultimo di una serie di archi a sostegno di una terrazza sul mare (di epoca romana) si sviluppa simulando le onde create da un sasso lanciato in uno stagno, tutta una serie di "tracce".L'ingresso al parco è subito evidenziato da una sorta di barca in mattoncini che contiene la biglietteria e i servizi.
Prima dell'ingresso al parco, sulla destra, un manufatto sempre in mattoni con grandi finestre. E' chiaro che prima di edificare le costruzioni, sono stati eseguiti tutti i saggi di scavo necessari. Mentre sulla sinistra avrà sede in futuro l'atelier della scultura vegetale "laboratorio di opus topianum" tecnica molto in voga nei giardini romani antichi. Quest'area ha lo scopo di riproporre la potatura formale presente nei più raffinati giardini ma anche di costituire un qualificato punto di richiamo per i fruitori dell'area archeologica. Dopo l'ingresso, delimitato da un cancello, camminando su elementi tipo "mattonforte", poggiati a terra per consentirne la rimozione (nel caso di futuri scavi archeologici)
incontriamo il giardino romano ispirato ai giardini presenti a Pompei. Le due ali porticate con al centro lo spazio spettacoli, ed ancora le aiuole contenenti diverse essenze arboree in uso negli antichi giardini romani. Tutto il parco è delimitato, verso fanciulla d'Anzio
da una recinzione mentre, all'interno, una siepe verso il Museo alta circa 160 cm. e una verso il mare alta circa 100 cm., consente di godere del panorama. La siepe sarà in atriplex Halimus avrà una doppia funzione "protettiva", sia per il pubblico dei visitatori che
per i venti salini che altrimenti danneggerebbero le piante ornamentali.Nelle "aiuole" poste in fondo e sicuro momento di attrazione per il pubblico sono poste alcune piante utilizzate dai Romani nei loro giardini. Ogni specie è corredata da pannelli esplicativi. I parametri
che hanno caratterizzato la scelta sono la diversità biologica (arbusti,rampicanti,striscianti, ecc.) oltre al minore impegno manutentivo. Una parte del portico in futuro verrà organizzata con totem illustrativi atti a descrivere gli elementi che entravano nella composizione dei giardini privati di epoca romana. Il fine è quello di proporre al visitatore un quadro d'insieme che possa fargli comprendere le molteciplità di forme e la raffinata
organizzazione degli spazi verdi cari alla civiltà romana; va considerato che questo tipo di Museo del Giardino (unico in Europa) sarà un continuo Work in progres. Il portico prende spunto dalle "pergulae" (pergole) romane, molto in voga nelle ville patrizie:
un'architettura effimera con colonne rivestite in rame che fungono da lampade, e un sinuoso frontale in tubi di acciaio sui quali si possono montare i cavi in acciaio necessari alla collocazione di tende di protezione. Un luogo, dunque, arredato con sedili dove consentire piacevoli soste per gli otia tanto celebrati, ma anche supporto per mostre all'aperto, attraverso un sistema molto semplice di tiranti costituito da corde che , calando dal frontale, si fissano a ganci sul pavimento e sostengono un pannello sul quale si possono collocare diverse immagini. Alcune di queste colonne saranno circondate da
piante rampicanti. Al centro dei due portici sull'asse dell'ingresso una zona delimitata verso il mare da colonne, potrà essere utilizzata per spettacoli: facile intuire la suggestione raggiungibile grazie alla bellezza naturale del luogo. Infine il percorso dedicato alla visione
vera e propria della Villa, sempre delimitato verso il mare da una siepe in Atriplex halimus alta circa 100 cm. con pavimento in ciottoli: un totem esplicativo con informazioni storiche segna il punto d'inizio delle visite guidate. Al centro del percorso con funzione di belvedere una pensilina sopraelevata, di circa 70 cm. collocata tra le "Terme" e la
"Biblioteca" con pavimento in mattonforte e ringhiera in ferro zincato, fornirà la possibilità di vedere i "ruderi" in tutta sicurezza. Alla fine del percorso è posto un secondo belvedere per ammirare il resto della Villa. Per quanto riguarda gli interventi di restauro si sono individuate tre aree con differenti problematiche conservative e diversi livelli di fruibilità: un'area frequentabile dal pubblico, ma con forte degrado delle strutture (area presso il faro), un complesso autonomo di forte impatto visivo, ma non fruibile direttamente (cd.biblioteca), un'area articolata su diversi livelli, dal mare alla strada moderna, con notevole movimento scenografico delle strutture (Terme).Tale area è resa completamente fruibile attraverso le nuove opere di restauro e di sistemazione paesaggistica. in base alle diverse peculiarità si sono realizzati alcuni tipi di interventi.
AREA DEL FARO: l'area è interessata dalla presenza di strutture relative a tutte le principali fasi di occupazione. Le opere murarie del complesso di età imperiale (I-II sec.d.C) risultano, in gran parte, esposte fino alle fondamenta (esedra monumentale ed aule tripartite). A queste si sovrappongono le tracce delle fondazioni della torre di difesa di Capo d'Anzio(struttura in schegge di selce ricavate da basali antichi), distrutta da una flottiglia inglese nel 1813. Ad un livello inferiore furono messe in luce, negli anni '30, le strutture murarie e i pavimenti di un impianto residenziale di età repubblicana (metà II sec.-I sec. a.C.), attualmente ricoperti dal manto erboso. Considerato che un intervento di restauro complessivo dell'area (strutture murarie, pavimenti, sondaggio di scavo) richiederebbe un impegno finanziario più ampio di quello disponibile, e considerata l'urgente necessità di preservare da ulteriori azioni erosive le strutture attualmente visibili (fasi di età imperiale), si è intervenuti sulle singole murature avendo valutato per ognuna le opere necessarie a garantire un duraturo consolidamento delle cortine e dei conglomerati. In questo modo si è garantita la conservazione delle opere murarie e la possibilità di programmare interventi sulle fasi più antiche, per settori, modulando nel tempo l'impegno finanziario. In corrispondenza di quest'area, ma sul ciglio del costone di arenaria si è proceduto ad un consolidamento preliminare delle strutture di costruzione a nicchie contrapposte che già in età romana contrastavano lo scivolamento del banco geologico, impedendone il processo erosivo.
BIBLIOTECA: il complesso della cosiddetta Biblioteca Domiziana è in realtà una costruzione realizzata per foderare una rientranza del costone di arena (paleofrana). Si presenta attualmente come un corpo compatto ed autonomo rispetto alle altre opere costruttive della villa, alle quali doveva invece essere raccordato mediante un sistema voltato. Si è intervenuti completando i restauri effettuati dalla Soprintendenza
Archeologica per il Lazio negli anni 91/92, rimettendo i limiti a monte. Un ulteriore intervento di restauro, già programmato, permetterà di recuperare la scalinata che, fiancheggiando il lato ovest della cd.Biblioteca, conduceva al livello spiaggia.
TERME: l'impianto termale della villa mostra tuttora l'imponenza delle strutture che si articolano almeno su tre piani: servizi ed impianto di riscaldamento (livello spiaggia)
ambienti riscaldati (a mezza costa) ambienti forse di intrattenimento(attuale livello stradale). L'intervento di restauro permette ai visitatori di attraversare questi tre livelli (dalla strada al mare) e di soffermarsi nella visita degli ambienti riscaldati (caratterizzati dalla presenza di piccole volte a crociera prese di luce e nicchie decorative) sui quali
si è incentrata la parte più consistente dei lavori. Tali interventi consistono nel consolidamento delle strutture in laterizio (riprese delle cortine, bauletti protettivi, consolidamento delle volte), nell'asportazione dei terreni di riporto a monte del complesso termale (scarichi moderni, nella pulizia e diserbo con relativa sistemazione a verde delle aree non interessate dalla presenza di strutture antiche. Inoltre è stato asportato in gran parte il terreno di riporto che impedisce la vista della grande piscina riscaldata delle terme (accessibile solo dalla spiaggia). Nel corso dei lavori si è potuta verificare la consistenza delle lesioni che interessano le due piccole volte a crociera (apparentemente stabili nel tempo) e mettere a punto una metodologia di intervento appropriata mediante il contributo dei consulenti tecnici associati al progetto. Tale intervento, già finanziato, sarà realizzato in tempi brevissimi.


 

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