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Ad Anzio e Nettuno sessantamila uomini - delle forze della V armata - si mischiarono ai cinque o seimila abitanti della zona fraternizzando con loro............ecco lo sbarco di Anzio e Nettuno costituisce nella storia della guerra un fatto unico che non si ripeterà per il resto del conflitto.
La sfortuna di essere il primo a morire, durante lo sbarco, tocco ad un italiano, un brigadiere dei Carabinieri. Nessuno lo ricorda mai durante tutte le rievocazioni:si chiamava Salvatore Petruzzello.Era il Comandante della stazione Carabinieri di Nettuno. Si trovava all'interno della Caserma Piave, dove attualmente ha sede la scuola di Polizia di Nettuno. segue alla prossima con foto..ciao.marco

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Il BRIGADIERE DEI CARABINIERI LASCIO A PRESIDIARE L'ALLORA COMANDO 2 CARABINIERI ALLA RADIO....... PER ANDARE A VEDERE COSA ERA LA CAUSA DEL TRAMBUSTO, E DEI MOVIMENTI DI ARTIGLIERIA UDITI NELLA NOTTE .MA PURTROPPO USCENDO DALLA CASERMA CON LA SUA DIVISA IN GRIGIOVERDE E LA PISTOLA ALLA FONDINA, A META' STRADA , VERSO IL MARE, FU SCORTO DA UNA PATTUGLIA AMERICANA APPENA SBARCATA E FU FREDDATO LI SUL POSTO.

QUANDO SI SEPPE, DEL FATTO, FU COSTERNAZIONE GENERALE.............GLI AMERICANI IN SEGNO DI....RICONOSCIMENTO.......GLI TRIBUTARONO ONORI MILITARI.

MA TANTI FURONO I PERSONAGGI CHE FACEVANO PARTE DEL "MICROCOSMO", NELLE CAMPAGNE DI ANZIO E NETTUNO, CHE TRA LALTRO ALLORA ERANO SOTTO UN UNICA AMMINISTRAZIONE COMUNALE.

SI PARLA DI CAMPAGNA PERCHE' IN FONDO, E' QUESTO L'AMBIENTE CHE ERA AMBIENTE DELLA STORIA DI QUESTO SBARCO.

NEI GIORNI DI FESTA , I CAMPAGNOLI AFFLUIVANO IN PAESE.
ALCUNI VENIVANO DA UNA SORTA DI VILLAGGIO DI CAPANNE TIPO "TUKUL", CAPANNE VISTE NEI GIORNALI CHE INFORMAVANO DELLA GUERRA IN ABBISSINIA.................
QUINDI PAESAGGI SEMPLICI, VILLAGGI MEDIOEVALI CON FAMIGLIE E FAMIGLIE AGGLOMERATE , COME PER ESEMPIO NELLA ZONA DI "PISCINA CARDILLO".
INFATTI QUI A SOLI 60 KM. DA ROMA, E DIFFICILE DA CREDERE, MA VI ERA UN PAESAGGIO VICINO E SIMILE DEL TUTTO AI VILLAGGI AFRICANI.

NON CERA NE' MERCATO NE UFFICIO POSTALE NE, NE ,NE........SOLO OGNI SETTIMANA ARRIVAVA UN FRATE A DIRE MESSA, ORDINE PUBBLICO AFFIDATO A 2 GUARDIE CAMPESTRI, CHE RONDAVANO A CAVALLO, ED ALLA PICCOLA STAZIONE CARABINIERI DI NETTUNO, APPUNTO.DI QUESTE GUARDIE CAMPESTRI SI RICORDA TAL LUIGI. CHE CAVALCAVA SEMBRE INCURVATO SUL SUO VECCHIO CAVALLO E PERENNEMENTE UBRIACO, MA CON UN SENSO DEL DOVERE CHE I VECCHI ANCOR RICORDANO............COME DI QUEL FATTO IN ANZIO DOVE AFFRONTO' UN PAZZO CHE LUI RIUSCI' A DISARMARE, DOPO CHE LO STESSO GLI SPARO' FORANDOGLI IL CAPPELLO. LA GUARDIA CAMPESTRE LUIGI, SI RESE RESPONSABILE DI ALRE SITUAZIONI CHE OGGI POTREBBERO ESSER DETTO DA "FAR WEST".

ALLA PROSSIMA MARCO

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E queste aree, erano a caratterizzare uomini cose ed eventi.

Molto bello era il tramonto ed ancora piu’ bella l’aria che girava tra le campagne di Anzio. Aria pulita che solo il fumo delle “nazionali” allora di moda, impuzzzavano………….. ad eccezione della situazione malarica della zona che vedremo piu' avanti- Si era intorno al 1938-39, ed allora solo il porto di Anzio era in funzione, le famiglie piu' campagnole gravitavano su Nettuno.

Ma dolpo il 1940 altri eventi si aggiunsero in attesa dello sbarco…………..Quando un certo regista tedesco sig. KOK al seguito della moglie si volle cimentare nelle riprese di un film western, che allora era certamente il primo girato in Europa…….il film si girava nella zona piu' all'interno tra la Conca e le Ferriere , si proprio in zona di Maria Goretti L’opera si intitolava : la signora dell’ovest”.

Film di un certo clamore perche' vi parteciparono allora attori famosi del tempo come Rossano Brazzi- amato dal signore e dalle ragazzine del tempo,ed Isa Pola- che fini’ la carriera subito a fine conflitto.

Alcuni di questi campagnoli lavorarono come comparse a cavallo e non.......... nel film, ed anche per loro un po dil clamore,, il film unico del periodo, il conflitto lo copri di anonimo e dopo la fine del conflitto si ebbero spezzoni, del film , usati come spot pubblicitari , dell’epoca…………….alcune scene girate in campagna alcune in frazione sempre all’interno…….come per esempio alle Ferriere , dove sulla piazzetta del centro abitato si erge ancora una casa forse allora fabbrica di candele, e lungo la ringhiera di questa casa nella scena del film, si affacciavano prostitute del sottostante saloon che ammiccavano i cow-boy……….comparse anch’esse provenienti dalla allora giovane cinecitta’, ---------------------il resto del racconto alla prossima..ciao da Quarzo.

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ed erano questi gli eventi storici e mondani della Anzio degli anni ante sbarco………ma non fu solo il film western che si girò, all’interno della campagna pontina…………………….Verso il 20 luglio, a 5 giorni dalla caduta del fascismo, arrivò una troupe cinematografica da Roma. Attori famosi, mondanità del tempo si stava preparando ad un gran film, girato nel sublime e tipico teatro che offriva la Villa Borghese del Principe Steno,di Anzio.

Ambientato nel ‘700, il film, era quasi una premonizione a quanto sarebbe accaduto da li a qualche mese….Tragico il titolo, che allora senza, la palla dello stregone, mai avrebbe potuto annunciare tanta distruzione..Il film si intitolava:L’invasore.

Sicuramente ideato su ispirazione dell’avvenuto sbarco in Sicilia, il film, aveva protagonisti eccezionali per l’epoca:

Amedeo Nazzari, Myriam di San Servolo-sorella di Claretta Petacci al suo primo film, Osvaldo Valenti e Luisa Ferida. Questi due ultimi attori, amanti, saranno sacrificati alla storia, durante la guerra partigiana che da li a qualche mese, s’accese…………Quei due poveri cristi, furono accusati di atrocità contro i partigiani, ma innocenti e vittime anch’esse della infamia della guerra, recentemente sono stati riabilitati, e fan parte del “Sangue dei Vinti”

Ed insomma tutto pronto, troupe cast, montaggio…………Ma al 24 Luglio, data della caduta del Fascismo, il set si volatilizzo, lasciando Anzio e la sua gente, alla storia.

Eppure prima di quella data, gli attori passeggiavano in carrozzella per le vie pittoresche della Anzio di allora.

Attori come Valenti Amedeo Nazzari e la Ferida anticiparono di 20 anni la dolce vita di Fellini………..

Ma eravamo in guerra, in guerra con il mondo, e tutta Anzio allora era solo una stalla che ancora brillava di luce di pace.

Ma al 24 Luglio, avvenne la volatizzazione:

il set si volatilizzo, lasciando tutto sul posto, all’interno della Villa Borghese: pellicole, costumi luci, macchinari attrezzature…………

Ed iniziò l’inizio: infatti dopo gli eventi dell’8 settembre, per ordine dei tedeschi, gran parte della popolazione fu trasferita nelle campagne, Anzio ando' così, man mano a prendere una fisionomia di città brulla e fredda.

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Ma torniamo al 22 Gennaio del 44, giorno dello sbarco.

Anche il Principe Borghese fu preso di sorpresa dallo sbarco alleato.

Ed infatti il COMANDO AMERICANO SI INSTALLO' ALL’INTERNO DELLA VILLA DELLA FINE ‘600. Qui’ venne impiantato il centro comunicazioni di tutte le operazioni, nei sotterranei della villa.

Il Principe Steno Borghese, venne nominato Sindaco dagli alleati, anzi un vero e proprio Governatore del territorio Anzio Nettuno, ed anche se il fascino della borghesia prendeva gli alleati, c’era sempre un supervisore americano, a controllare il suo operato:gen Taylor.

Ma anche questa occasione, passò a far vivere mondanità alla, nella villa del Principe…Serate di gala con ufficiale americani, davano vita alla “nobiltà romana ormai in decadenza……………..

Il Principe Borghese, comunque, alla faccia del “signorino”, si mise l’elmetto americano e in vesti civili, con la sua sacca grigio verde si prestava a ronde periodiche, con la sua jeep willis, e scortato da soldati armati verificava la situazione degli sfollati.

Infatti dopo il passaggio della bufera del fronte dello sbarco, il Principe, visitava i civili sbandati, che arrivavano da Aprilia, Torre Padiglione, Campo di Carne, organizzando ospedali da campo e cucine che davano pasti caldi agli sfollati.

La sera, tornava ad essere il Principe,, rispettato, al quale i contadini si inginocchiavano.

Ma il TERRORE dello sbarco, proveniva dai Castelli Romani.

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il terrore sullo sbarco arrivava dai Castelli Romani! Era un pezzo di artiglieria pesante montato su vagone ferroviario..........Questo cannone era la pena di militari e civili che erano intorno all'area occupata dalle forze alleate nello sbarco si Anzio.

Venivano giu' dai colli proiettili di grosso calibro, più grandi delle batterie montate sullle navi della marina da guerra ALLEATA.Questo pezzo sembra infatti da notizie di storia che venne, fosse solo uno in azione. Ma questo pezzo di artiglieria tedesco, faceva aventi ed indietro da una galleria ferroviaria, dove, appunto si nascondeva non appena aveva seminato il suo carico di morte nell'area pontina.Dai racconti degli sfollati sopravvisuti al macello, si nota che coloro che erano tra le linee delle opposte fazioni, sentivano passare sopra le loro teste l'ogiva del grosso calibro, con un fischio terrificante. Ed ancora più terrificante era l'arrivo che era accompagnato dall'esplosione. Terribili le coseguenze della micidiale arma. E senza risultati la aviazione alleata bombardava le aree dove era presunta la presenza del pezzo di artiglieria. Ma di questa altra storia ne approfondiremo più avanti.

L'ora X:
E' il 22 gennaio 1944.E' ancora notte............Lo sbarco ha inizio!

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LA SITUAZIONE DELLE TRUPPE ALLEATE, NEL PRIMO MOMENTO DELLO SBARCO ERA PIUTTOSTO TRANQUILLA, VISTO L'IMPORTANZA DELLA OPERAZIONE. MA QUEL MARTELLARE INCESSANTE DEL CANNONE DI GROSSO CALIBRO TEDESCO CHE DALLE ALTURE DEI CASTELLI PICCHIAVA SULLE DIVISIONI SEMINAVA MORTE E TERRORE, SIA SULLA POPOLAZIONE FUGGITA ALLA ZONA DELLA CAMPANA E PISCINA CARDILLO E SUI SOLDATI ALLEATI.

GLI ALLEATI AVEVANO MOLTO ANCORA DA COMBATTERE PRIMA DI ARRIVARE A ROMA...........IL GENERALE CLARK, COMANDANTE DELLA V' ARMATA AVEVA IL SUO QUARTIER GENERALE A NAPOLI MA ANCHE A NETTUNO, ED ERA PROPRIO DAVANTI LA CASA DI DUILIO OTTOLINI.........I PAESANI CHE VIDERO PER LA PRIMA VOLTA QUESTO GENERALE LO CHIAMARONO COW BOY PER VIA DELLA SUA PISTOLA PORTATA A MO' DI PISTOLERO. ALTO MAGRO VISO LUNGO ED ABBRONZATO VESTIVA CON UN GIUBBOTTO STRETTO AI FIANCHI..........IN REALTA' CLARK FU UN MEDIOCRE CONDOTTIERO.....CRITICATO PRIMA E DOPO LA SUA MORTE, FECE PAGARE AI SUOI UOMINI TUTTI I SUOI ERRORI, CON NOTEVOLI PERDITE UMANE.

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lo sbarco fu il primo campo di battaglia dove morirono gli italiani che erano nelle file di alleati dei tedeschi: i repubblichini di salò così nominati dal popolo!

IL "BARBARIGO" AL FRONTE
Il 28 gennaio la divisione britannica conquistò Aprilia, 17 Km. a nord di Anzio, ma, alla sua sinistra, la 3a divisione di fanteria americana fu respinta davanti a Cisterna. La 14a armata tedesca aveva concentrato le divisioni a semicerchio intorno alla testa di ponte, dal Fosso della Moletta fino al ramo occidentale del Canale Mussolini.
Le due controffensive tedesche, quella da Aprilia (16-20 febbraio) e l'altra da Cisterna (28 febbraio - 1 marzo), non erano riuscite a sfondare le linee degli alleati.
Il "Barbarigo" arrivò al fronte mentre era in corso la seconda controffensiva, e sostò per breve tempo a Sermoneta: dalla collina si vedevano le linee nemiche, pioveva, e il tempo rimase perturbato fino alla fine di marzo. Il terreno, piatto e paludoso, era percorso da un groviglio di canali, fossi di bonifica e di irrigazione.
Il battaglione venne destinato al settore sud, tenuto dalla 715a divisione tedesca di fanteria, che aveva partecipato alle due controffensive di Aprilia e di Cisterna subendo ingenti perdite. Il Comando della divisione credette di poter impiegare i marò come complementi da aggregare alle compagnie. Bardelli ottenne invece, dopo una lunga discussione con i tedeschi, che il battaglione avesse il suo tratto di fronte.
La compagnia fu schierata sul tratto alto del Canale Mussolini, la 3a tra il fosso del Gorgolicino e la Strada Lunga, la 4a di qui fino al margine delle paludi: la 2a fu rimandata a Sezze per un corso di addestramento all'uso del panzerfaust e della mitragliatrice MG 42.
Il reparto nemico del settore assegnato al "Barbarigo" era il l° Distaccamento della Special Service Force, composto per due terzi da americani e per un terzo da canadesi, con un addestramento equivalente a quello dei "Rangers".
La prima ad essere attaccata fu la 3a compagnia. Gli americani impegnarono i marò con un attacco frontale, seguiti dai più aggressivi canadesi. La 2a compagnia diede il cambio alla 3a. Alla fine di marzo, il battaglione SS italiane "Degli Oddi" rilevò lungo il Canale Mussolini la 1a compagnia, spostata a Terracina per addestramento e sorveglianza costiera.

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I tedeschi, dopo un primissimo momento di sbandamento, reagiscono con una prontezza e con la loro tipica capacità organizzativa che nel corso del conflitto gli ha dato già in precedenza la possibilità di affrontare e risolvere situazioni impossibili.

Al fine di creare un velo di truppe che sia idoneo, bloccando strade e crocevia, ad inibire alle unità della testa di ponte ogni possibile movimento verso l’interno, il comando germanico mobilita come si suol dire "scritturali, cuochi e musicanti della banda", reperendo gli uomini ed i mezzi lì dove è possibile prenderli. Saranno così utilizzati anche alcuni reparti che si trovano nell’area a sud di Roma per effettuare, dopo un lungo periodo in prima linea, la necessaria riorganizzazione e godere del normale periodo di riposo.

Il 9 febbraio viene costituito a Spoleto, sede di un Reparto di Istruzione per paracadutisti, un Battaglione italiano di formazione da destinarsi al Fronte di Anzio Nettuno e da inserire nel 4° Fallschirmjager. È formato da due compagnie tratte dal 12° Battaglione e da una compagnia ceduta dal 2° Battaglione, quest’ultima è costituita parte da veterani e parte da giovani volontari.

Il Battaglione così formato, denominato Battaglione Autonomo Paracadutisti "Nembo", forte di circa 350 parà e al comando del Capitano Corradino Alvino, il 12 febbraio viene trasportato con una colonna di autocarri al fronte, verso Ardea, ove sarà utilizzato nell’ambito dei reggimenti 10° e 11° d’assalto della 4° Divisione Paracadutisti germanica che è composta da duri veterani con alle spalle le esperienze di Narvik, Creta e dell’Olanda.

È questa la prima unità italiana ad arrivare in quello scacchiere terrestre di operazioni ove, a meno di 12 ore dall’arrivo, avrà nel caporale Giuseppe Bagnol, il suo primo caduto.

Il Nembo, per l’impiego, viene articolato in un reparto servizi, sei plotoni d’assalto messi al comando di cinque ufficiali ed un maresciallo (Tenenti Angelici, Betti, Esposito, Fusar Poli e Stefani, maresciallo Canova), tre squadre per impieghi speciali, due nuclei esploratori. I nuovi arrivati italiani, appena giunti vengono forniti di armi tedesche e sottoposti ad un ciclo d’addestramento intensivo teso ad erudirli sull’utilizzo delle nuove armi e sui simboli tattici germanici. Per completezza di informazione è giusto riferire che alcuni parà italiani vengono assegnati, quali complementi, a reparti tedeschi, cosa che ai germanici non riuscirà di fare, come vedremo in seguito, con il reparto di fanteria di Marina che successivamente arriverà sul fronte.

I primi caduti, ben 54 per la precisione, il Nembo li avrà, insieme a 97 feriti, nel corso dei quattro giorni dell’operazione di contrattacco tedesca denominata "Fischfang" che avrà inizio il 16 di febbraio e nel corso della quale 40.000 soldati tedeschi sostenuti da 75 carri armati del tipo Tigre, Pantera e 50 cacciacarri Stu.G.III attaccheranno 45.000 angloamericani sostenuti da 450 bocche da fuoco, 3670 carri armati e da 1200 apparecchi.

I giovani parà italiani vengono impiegati, nel corso del contrattacco, lungo il fosso della Moletta, presso la località Casa Rossa, Casale Buon Riposo, quote 54, 74 e 75 e il quadrivio di Campo di Carne. Inizieranno l’attacco alle 6,30 del giorno 16, superando la Moletta utilizzando alcune passerelle di fortuna. L’utilizzo delle passerelle sarà reso necessario in quanto il torrente Moletta, largo dai 6 agli 8 metri, ha le proprie acque profonde normalmente poco più di un metro ma, al momento dell’attacco, queste si presentano notevolmente gonfie a causa della pioggia che copiosa è caduta da poco. Dopo aver sopravanzato la Strada Provinciale 82 e affrontando le unità britanniche della 1ª e 56ª Divisione di Fanteria i parà riusciranno ad arrivare fino alla Nettunense, cioè la Strada Provinciale 207, sbaragliando i britannici ed occupando la sede di un reggimento scozzese.

In un primo tempo la fortuna sembra sorridere agli italo tedeschi, tanto che gli alleati, spaventati dalla forza di penetrazione dimostrata dai germanici, non riescono a fermare l’impeto degli attaccanti benché fossero a conoscenza dell’operazione tedesca prima che questa iniziasse, grazie al sistema di intercettazione Ultra e al decodificatore Enigma in loro possesso.

Giungeranno persino ad approntare un ordine di reimbarco che ritireranno solo quando, grazie all’intervento dei grossi calibri delle corazzate, riusciranno a smorzare l’irruenza dell’attacco fermando i tedeschi nella zona che sta tra Campo di Carne, Torre Padiglione, Tre Cancelli e Le Ferriere, zona che sarà il punto di massima penetrazione della controffensiva tedesca.

Dopo quattro giorni di combattimenti, il giorno 20, i paracadutisti italiani che avranno resistito sotto il fuoco dei cannoni e gli attacchi dei caccia bombardieri alleati, dovranno ritirarsi cedendo di nuovo quelle posizioni strappate agli inglesi pochi giorni prima. Tra i morti, sopra citati, conteranno anche il Sottotenente Stefani.

L’importanza del Nembo, nell’economia generale dello scontro descritto, è di limitatissima portata, soprattutto se si considera che si tratta di circa 350 paracadutisti italiani utilizzati in un contesto numerico di 40.000 tedeschi che contrastano circa 45.000 angloamericani. Differente è invece il significato politico della partecipazione italiana, che vede un reparto organico, in armi e sotto bandiera nazionale, in quanto facente parte del neocostituito Esercito Repubblicano, tornare al fronte accanto all’alleato germanico.

In questi primi combattimenti gli italiani, ritornati al fronte, faranno ben presto ricredere i camerati tedeschi che ben poca fiducia mostrano di avere nei riguardi di quel reparto formato da giovanissimi paracadutisti, molti dei quali evidentemente senza nessuna esperienza di guerra.

Tra il 15 marzo e il 15 maggio il reparto sosterrà nuovi combattimenti a quota Cuore, Bosco dei Pini, quota 58, Bosco di Fossignano e Macchia S. Lucia. Le grosse perdite subite durante la controffensiva tedesca e nel periodo successivo che, come detto, solo nel corso dell’operazione "Fischfang", ammontando a 151 unità tra morti, feriti e dispersi costituiscono il 45-50% degli effettivi del battaglione, inducono il comando a riprendere fiato e a rimettere insieme i pezzi dell’unità.

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Nel frattempo il "Barbarigo" provvedeva a dotarsi di una sua artiglieria, formando la 5a compagnia Cannoni, armata con pezzi da accompagnamento 65/17, prelevati dal Museo dei Granatieri. A La Spezia si stava costituendo il Gruppo Artiglieria "San Giorgio" dotato di pezzi someggiati da 75/13. Il comando della Decima inviò al fronte di Nettuno il tenente di vascello Carnevali, comandante del Gruppo "San Giorgio", per organizzare un gruppo di artiglieria da campagna. Formarono il gruppo una batteria da 105/28, una da 105/32 e una da 75/27. Il 15 aprile ci fu un attacco di mezzi corazzati canadesi nel settore del fronte tenuto dalla 2a compagnia che perse i capisaldi "Erna" e "Dora". Lo stesso giorno, al comando del tenente Giulio Cencetti, i marò riconquistarono i capisaldi persi nel precedente attacco.
Il 19 aprile ci fu un altro attacco sul fronte della 2a compagnia. Ai primi di maggio nuovi cambi in linea: la 4a compagnia sostituiva la 2a, la 1a dava il cambio alla 3a che si trasferiva a Terracina per sorvegliare la costa.
Il 26 aprile il comandante Bardelli venne richiamato a La Spezia per assumere un incarico superiore. Il tenente di vascello Vallauri sostituì Bardelli al comando del battaglione.
Ancora un attacco americano al fosso del Gorgolicino, tenuto dalla 4a compagnia. I marò resistettero agli assalti e contrattaccarono il nemico.
All'alba del 23 maggio gli angloamericani attaccarono dalla testa di ponte di Anzio in direzione di Cisterna, impiegando tre divisioni per tagliare la strada statale Casilina, principale via di ritirata della 10a Armata tedesca.
Il 24 maggio il battaglione "Barbarigo" e il Gruppo d'artiglieria "San Giorgio" ricevettero l'ordine di ritirarsi. Le tre compagnie in linea si sganciarono in direzione di Sermoneta e Bassiano. La 2a fu attaccata da mezzi corazzati nei pressi di Cisterna, la 4a resistette agli attacchi nemici nell'abitato di Norma. Gli artiglieri del "San Giorgio", dopo aver esaurito tutte le munizioni a loro disposizione, fecero saltare le bocche da fuoco. La 3a compagnia ripiegava da Terracina ricongiungendosi al resto del battaglione.
La postazione del plotone comandato dal guardiamarina Alessandro Tognoloni (251 compagnia) venne accerchiata da carri Sherman americani. Al grido di "Decima! Barbarigo", i marò andarono all'assalto dei carri. Tognoloni lanciò una bomba a mano e cadde colpito squarciato nel torace. Prima di perdere i sensi scaricò i colpi della sua pistola e, vuoto il caricatore, la lanciò contro il carro avanzante. Per gli atti di valore compiuti sul fronte di Nettuno gli fu concessa la Medaglia d'Oro.
Il 31 maggio il "Barbarigo" giunse a Roma e si radunò nella caserma di Maridist, in Piazza Randaccio.
La sera del 4 giugno le avanguardie della 5a Armata americana entrarono in città, primo fra tutti il l° Distaccamento della Special Service Force a cui il "Barbarigo" si era opposto strenuamente per tre mesi.

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